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Home Page> PAGINE SINISTRA > Omelie festive > 03 luglio 2022 - IV dopo Pentecoste (C)
03 luglio 2022 - IV dopo Pentecoste (C)
Matteo 5, 21-24

1. L'altro è me stesso

Il vangelo è costituito da due frammenti del grande Discorso della montagna, che traccia lo stile del discepolo di Gesù, chiamato ad essere perfetto o misericordioso come il Padre.
Ripetutamente il discorso è scandito dalla formula che ritroviamo anche nella pagina odierna: “Avete inteso che è stato detto agli antichi… ma io vi dico”.
Vi è stato detto: occhio per occhio, dente per dente, ma io vi dico: amate i vostri nemici, in altre parole: non considerate nessuno vostro nemico.
E se la legge antica si limitava a proibire l’omicidio, la nuova legge, quella che trova in Gesù il suo modello, proibisce anche pensieri e parole offensive verso i propri fratelli.
Certo, il linguaggio di Gesù è paradossale e può sembrare eccessivo esser chiamati in giudizio per aver pensato o detto parole ingiuriose. Questo linguaggio di Gesù traduce con forza il comandamento: “Amerai il prossimo tuo come te stesso” (Mt 22,39). Una formula questa che possiamo rendere ancor meglio così: “Amerai il prossimo tuo perché è te stesso”.
L’altro che spesso avvertiamo come distante e ostile, l’altro che proprio con la sua alterità-diversità inquieta la mia sicurezza, in verità non è altro ma me stesso. In forza della medesima umanità, grazie alla stessa appartenenza ad un unico Padre: l’altro è me stesso.
Riconoscerlo così prossimo al punto d’esser me stesso è condizione della familiarità con Dio.

2. Un segno di pace e fraternità

Il secondo frammento del vangelo stabilisce una precisa condizione per il nostro accesso a Dio, perché le nostre offerte siano a Lui gradite: essere in pace con l’altro, rimuovere ogni ostacolo alla piena fraternità.
Quante volte nelle parole di Gesù il volto di Dio è raggiungibile solo attraverso il riconoscimento dell’altro: “Quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” .
Il dono della pace (prima di presentare i nostri doni all’altare) sta a ricordarci come il vero culto a Dio gradito è quello di un cuore riconciliato e aperto all’accoglienza e all’amore fraterno.
Così già predicavano i profeti che in nome di Dio rigettavano gli atti di culto non accompagnati dalla ricerca della giustizia e dall’amore per la vedova e l’orfano (Is 1,10ss.).
Troppe volte noi siamo preoccupati della corretta esecuzione dei nostri atti di culto (quante nostre confessioni cominciano con l’accusa del mancato adempimento degli atti di culto).
Dovremmo piuttosto chiederci se guardo all’altro come altro, estraneo e nemico oppure se tento di riconoscere in lui me stesso.

3. Il culto perfetto

Per Gesù, la giustizia non viene da ciò che faccio per Dio osservando la sua legge, bensì da ciò che Dio fa per me, accogliendomi come un figlio, una figlia. L'ideale proposto da Gesù è questo: "Siate dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste!" (Mt 5,48).
Ciò vuol dire: tu sarai giusto davanti a Dio quando cercherai di accogliere e perdonare le persone come Dio accoglie e perdona noi, malgrado i nostri difetti e i nostri peccati.
Per mezzo di esempi ben concreti, Gesù mostra come fare per raggiungere questa giustizia maggiore che supera la giustizia degli scribi e dei farisei. La legge dice "Non uccidere!" (Es 20,13).
Per osservare pienamente questo comandamento non basta evitare l'assassinio.
E' necessario sradicare dal di dentro tutto ciò che in un modo o nell'altro può condurre all'assassinio, per esempio la rabbia, l'odio, il desiderio di vendetta, l'insulto, lo sfruttamento, ecc.
Per poter essere accettati da Dio e rimanere uniti a lui, bisogna riconciliarsi con il fratello, la sorella.
Prima della distruzione del Tempio, nel 70, quando i giudei cristiani salivano a Gerusalemme per presentare le loro offerte all'altare, loro ricordavano sempre questa frase di Gesù. 
Quando Matteo scrive, il Tempio e l'Altare non esistevano più, perché già distrutti dai romani.
Tempio e Altare di Dio diventano allora la comunità e la celebrazione comunitaria.
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